Mercati stabili, crescita incerta: il mondo si prepara a un rallentamento

Le banche centrali, da Londra a San Paolo, hanno scelto la cautela questa settimana, sospendendo i tagli dei tassi in un momento in cui l’inflazione globale sembra stabilizzarsi ma la crescita perde slancio.
Punti chiave
- La Banca d’Inghilterra ha sospeso i tagli dei tassi con un voto ristretto, segnalando prudenza di fronte al rallentamento della crescita.
- Le banche centrali di Europa e Asia mantengono politiche stabili mentre l’inflazione rallenta in modo irregolare.
- Negli Stati Uniti, la fiducia è crollata nonostante i record di mercato, con licenziamenti e stress creditizio in aumento.
- Il rallentamento delle esportazioni cinesi e il dominio sulle terre rare mettono in luce i rischi nelle catene di approvvigionamento globali.
La decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere i tassi al 4 %, presa con un margine ridotto, riflette l’incertezza del momento e potrebbe definire il tono per dicembre.
La BOE interrompe la serie di allentamenti
La Banca d’Inghilterra ha interrotto il suo ritmo trimestrale di tagli dei tassi, votando 5–4 per lasciare invariata la politica monetaria. Il governatore Andrew Bailey ha espresso il voto decisivo, cercando di bilanciare l’inflazione in calo con la debolezza economica persistente. Sebbene i mercati si aspettassero la pausa, la banca ha segnalato che i tassi “probabilmente continueranno su un percorso gradualmente discendente”, lasciando spazio a un possibile taglio a dicembre se i dati lo consentiranno.
Le previsioni della BOE ora indicano un’inflazione sotto il 4 % e un ritorno all’obiettivo del 2 % entro il 2027, ma la crescita rimane fragile. I sondaggi interni mostrano aumento della disoccupazione e calo degli investimenti, un contesto difficile per il bilancio della cancelliera Rachel Reeves.
Strategie divergenti tra le banche centrali
La decisione della BOE riflette quella di molti altri paesi. Le banche centrali di Norvegia, Svezia, Australia, Armenia, Georgia, Brasile, Repubblica Ceca, Malesia e Madagascar hanno mantenuto le loro politiche. Al contrario, Polonia e Messico hanno continuato ad allentare, con la Polonia che ha tagliato per la quinta volta da maggio.
In Brasile, la banca centrale ha mantenuto il tasso di riferimento al 15 % per la terza riunione consecutiva, sottolineando la prudenza poiché l’inflazione resta sopra il target e l’incertezza pesa sulla più grande economia dell’America Latina.
La stretta della Cina sulle terre rare
In Europa, l’attenzione si è concentrata sul dominio cinese nella produzione di terre rare, che ha raggiunto quasi il 70 % dell’offerta globale nel 2024. I funzionari dell’UE ammettono di avere scarso margine per contrastare le restrizioni alle esportazioni di Pechino, che hanno perturbato le catene di approvvigionamento, dai veicoli elettrici alla difesa.
I controlli cinesi sulle esportazioni di magneti in terre rare hanno costretto le imprese europee a cercare fornitori alternativi, ma i progressi sono lenti, a conferma della dipendenza dell’Europa dai materiali cinesi nella transizione verso tecnologie più pulite.
La fiducia degli Stati Uniti crolla nonostante i record di mercato
Oltreoceano, i consumatori americani mostrano crescente inquietudine nonostante i massimi di borsa. Con la paralisi del governo che ritarda i dati ufficiali, i sondaggi privati dipingono un quadro cupo: l’indice di sentiment dell’Università del Michigan è sceso vicino ai minimi storici, mentre quello delle condizioni finanziarie è crollato a 52,3, il livello più basso da decenni.
La paura per l’occupazione cresce, soprattutto tra le famiglie a reddito medio-basso, mentre i più ricchi restano ottimisti grazie al boom azionario. Il Conference Board segnala un forte calo della fiducia tra i nuclei familiari con redditi inferiori a 100.000 $, evidenziando l’aumento delle disuguaglianze nella ripresa americana.
Licenziamenti e stress creditizio in aumento
Ottobre ha registrato il maggior numero di licenziamenti negli Stati Uniti dal 2003, trainati dai settori tecnologico e logistico, secondo i dati di Challenger, Gray & Christmas. Allo stesso tempo, la quota di americani con credito subprime è salita al 14,4 %, il massimo dal 2019, segnalando un peggioramento delle finanze familiari.
Inflazione e tensioni commerciali in Asia
In Corea del Sud, i prezzi al consumo sono aumentati in ottobre, raggiungendo il livello più alto da luglio 2024, spinti dai rincari dell’energia e degli alimenti. Il won debole ha reso le importazioni più costose, alimentando le speculazioni che la Bank of Korea manterrà i tassi elevati più a lungo.
In Cina, le esportazioni sono diminuite il mese scorso a causa del calo della domanda statunitense e del rallentamento globale. Il colpo è arrivato proprio mentre la People’s Bank of China ha ripreso acquisti limitati di obbligazioni per stabilizzare l’economia, la prima operazione di questo tipo dell’anno.
Segnali contrastanti in America Latina
Tra i mercati emergenti, l’economia del Cile ha registrato una ripresa a settembre, con una crescita dello 0,5 % su base mensile e del 3,2 % su base annua, trainata da miniere e servizi. Tuttavia, la banca centrale resta cauta su ulteriori tagli finché le tendenze dell’inflazione non saranno più chiare.
Nel complesso, le decisioni di questa settimana sottolineano un’economia mondiale a un punto di svolta, inflazione in lento raffreddamento, crescita in indebolimento e banchieri centrali divisi tra tagliare, mantenere o attendere.
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