La potenza economica dell’Europa si sta indebolendo – l’UE può ancora recuperare?

L’Europa affronta un momento di resa dei conti. L’ordine economico che ha sostenuto il continente per decenni si sta sgretolando, mentre i rivali negli Stati Uniti e in Cina stanno rapidamente colmando il divario. Dall’energia pulita alla difesa e alla tecnologia, l’Unione Europea fatica a proteggere i settori che un tempo definivano la sua forza.
Bruxelles ha lanciato una serie di nuove iniziative – dalle difese commerciali alle riforme della politica industriale – ma secondo i critici la risposta rimane troppo frammentata e troppo lenta. «L’Europa non ha ancora compreso la portata della minaccia», ha ammesso un alto funzionario dell’UE. «Stiamo ancora rattoppando vecchi problemi invece di prepararci a ciò che verrà».
Il vertice dei leader dell’UE della prossima settimana si concentrerà sulla riduzione delle dipendenze strategiche del blocco e sul rafforzamento della base industriale. Ma il tono è molto più urgente rispetto agli anni passati. L’UE sta ora valutando di obbligare le imprese cinesi che operano in Europa a condividere la tecnologia con partner locali e di garantire alle aziende europee un accesso prioritario a 2,5 trilioni € di appalti pubblici – un netto cambiamento dopo decenni di ortodossia del libero scambio.
Maria Demertzis, del Conference Board, afferma che questo cambiamento è in ritardo. «Dobbiamo smettere di scusarci per difendere i nostri interessi», ha dichiarato. «Il sistema globale su cui abbiamo fatto affidamento non funziona più».
Una finestra che si restringe
L’invasione russa dell’Ucraina, gli impegni incerti dell’ex presidente americano Donald Trump nei confronti della NATO e il crescente controllo di Pechino sui minerali rari hanno infranto la fiducia dell’Europa nella cooperazione globale. L’UE sta ora discutendo con gli alleati del G7 su come limitare il dominio della Cina nelle catene di approvvigionamento chiave – ma i progressi richiederanno tempo, e il tempo è ciò che manca all’Europa.
«Il mondo si muove più velocemente delle nostre istituzioni», ha avvertito un diplomatico. «Se non agiamo ora, saremo lasciati indietro».
L’ex presidente della BCE Mario Draghi ha condiviso lo stesso avvertimento, sottolineando che la compiacenza minaccia non solo la competitività ma anche la sovranità. «L’inazione non è neutrale – è una scelta con conseguenze», ha detto.
Le sfide per l’Europa
Per ora, l’economia europea rimane intrappolata tra dipendenza e ambizione. Ha bisogno dei mercati e delle risorse della Cina, ma teme la sua influenza. Desidera la protezione degli Stati Uniti, pur sapendo che potrebbe non durare.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha riassunto il dilemma lo scorso anno con un avvertimento diretto: «L’Europa è mortale. Può morire – e tutto dipende dalle nostre scelte».
Quelle scelte devono arrivare presto. Perché se l’Europa continuerà a discutere mentre gli altri agiscono, non dovrà essere sconfitta – sarà semplicemente superata.
Fonte: Bloomberg
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