I CEO di Wall Street avvertono di una correzione del mercato mentre le valutazioni raggiungono livelli record

Dopo mesi di rialzi record e un ottimismo incrollabile sui mercati statunitensi, diversi tra i dirigenti più influenti di Wall Street iniziano ad avvertire che la calma potrebbe non durare per sempre. Il loro messaggio non è di panico, ma di preparazione.
Punti chiave:
- Il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, prevede una possibile correzione del mercato del 10–20 % entro due anni.
- Ted Pick di Morgan Stanley considera i ribassi moderati come parte dei cicli di mercato sani.
- Ken Griffin di Citadel e Jamie Dimon di JPMorgan avvertono che le valutazioni potrebbero essere insostenibili.
- Gli analisti suggeriscono che l’ottimismo degli investitori potrebbe nascondere rischi macroeconomici sottostanti.
I vertici di Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citadel e JPMorgan Chase hanno espresso un tono simile questa settimana: il mercato rialzista attuale potrebbe avvicinarsi a una correzione naturale, come spesso accade dopo lunghi periodi di euforia.
«Le correzioni sono una caratteristica, non un fallimento»
Parlando al Global Financial Leaders’ Investment Summit di Hong Kong, il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, ha descritto l’ambiente di mercato come forte ma fragile. Ritiene che gli investitori dovrebbero prepararsi a un calo del 10–20 % nei prossimi uno o due anni, sottolineando che tali movimenti sono tipici delle fasi prolungate di crescita.
Solomon ha paragonato i cicli di mercato al meteo, prevedibili nel modello ma impossibili da cronometrare. «I mercati possono durare più a lungo di quanto ci si aspetti», ha detto, «ma i cambiamenti di sentiment arrivano sempre all’improvviso, e nessuno li vede finché non sono già iniziati».
Ted Pick di Morgan Stanley: «Accogliere il reset»
Il CEO di Morgan Stanley, Ted Pick, ha condiviso l’opinione che la volatilità non sia necessariamente un segno di debolezza. Ha definito le correzioni più piccole intorno al 10–15 % come «pause» necessarie per mercati surriscaldati.
Pick ha sostenuto che, man mano che i guadagni facili svaniscono, l’attenzione tornerà agli utili aziendali piuttosto che all’entusiasmo speculativo. A suo avviso, la prossima fase di crescita arriverà dalle aziende che generano profitti reali, in particolare al di fuori del settore tecnologico con valutazioni elevate.
L’ottimismo si trasforma in cautela
Mentre Solomon e Pick hanno parlato di cicli naturali, Ken Griffin di Citadel ha offerto una prospettiva più psicologica. Ha indicato quella che definisce «la paura di restare indietro» come la forza che spinge gli investitori verso asset sempre più costosi. Griffin ha suggerito che, senza una solida crescita degli utili a giustificare le valutazioni attuali, le fondamenta del mercato potrebbero iniziare a vacillare.
Ha comunque riconosciuto che il momentum rimane forte. «Siamo ancora in una fase rialzista», ha detto Griffin, «ma una basata più sull’emozione che sui fondamentali».
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Le preoccupazioni macroeconomiche di Dimon
Il CEO di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, lancia da settimane avvertimenti simili. Ha dichiarato che il mercato statunitense potrebbe subire un calo significativo tra sei mesi e due anni, a causa dell’aumento dei deficit fiscali, dei conflitti geopolitici e della crescente militarizzazione globale.
Le sue preoccupazioni riflettono un’inquietudine più ampia tra i leader istituzionali, che vedono il debito pubblico crescente e l’inflazione persistente come potenziali cause di volatilità.
Un mercato che mette alla prova i propri limiti
Nonostante questi avvertimenti, gli investitori continuano a riversare capitali nelle azioni statunitensi. L’indice S&P 500 ha recentemente raggiunto nuovi massimi storici, riaccendendo i paragoni con la frenesia speculativa della bolla dot-com. Tassi di interesse elevati, tensioni globali e incertezza economica non hanno ancora smorzato l’entusiasmo, almeno per ora.
Nessuno parla di un crollo, ma il messaggio collettivo dei leader di Wall Street è chiaro: il prossimo capitolo di questo mercato rialzista potrebbe essere più turbolento del precedente.
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